giovedì 31 ottobre 2013

CONCLUSIONE - VIVI E GIOISCI


UN BONUS DI VITA

 
È il 20011, il mio secondo anno da malata oncologica; siamo all’inizio di maggio, ho finito la terza fase di chemioterapia e mi sottopongo alla solita serie completa di esami.
I referti sono buoni: il cancro non si è riattivato e le metastasi sono ferme, insomma, la situazione è immutata. 
Gli oncologi, abituati a parlar chiaro con me, sono stupiti, mi chiedono cosa sto facendo “di mio” per avere simili risultati, si consultano con colleghi di altre strutture per decidere sul mio caso che pare essere inconsueto.
Infine decidono per un periodo di “wait and see”. A me non piace il termine “aspetta e vedi” e preferisco definirlo un programma di “vivi e gioisci”.
Incomincio così un periodo di libertà completa dalla chemioterapia. Ho ancora alcuni disturbi, strascichi dei medicinali che il mio fisico fatica a smaltire, ma sto sempre meglio.
Vivo questa nuova esperienza come “un bonus di vita” che mi viene elargito gratuitamente ed inaspettatamente.
Vivo e gioisco.

 
È l’inizio di giugno. Nella notte ho avuto male a mani e piedi e verso le cinque decido di alzarmi sperando di star meglio dopo aver riattivato la circolazione.
Sta schiarendo e già si sentono gli uccellini. Mi copro bene, esco sul balcone e mi viene donato il più bel concerto della mia vita.
Dapprima un canto e una pausa e poi un canto in risposta, ed ecco un cinguettio diverso e poi un altro ed un altro ancora, gorgheggi prolungati e melodie e rimandi. C’è una base musicale di sottofondo, un’armonia diffusa, tutti i giardini della città e le colline all’intorno e lo spazio ed il tempo sono coinvolti nel concerto. Sono emozionata da tanta bellezza.
Vivo e gioisco.

 
Un mattino d’estate, nella mia parrocchia, riprovo a cantare.
Prima di ammalarmi, mi piaceva cantare. Lo facevo in chiesa con gli altri fedeli ma anche in coro con un gruppetto di signore aiutate da un’insegnante – niente di serioso, solo per divertirci.
Dopo l’intervento chirurgico però i miei muscoli addominali erano gonfi e doloranti, non sentivo il diaframma né la gabbia toracica e non respiravo bene.
Oggi decido di provare, sono un po’ in disparte, la messa è feriale e l’eventuale danno non sarà grave.
Provo, dapprima piano piano, poi mi rendo conto che respiro bene e la voce sale … sì … funziona! Il mio fiato prende forza, mentre ricordo i suggerimenti dell’insegnante, acquisto sicurezza ed ecco che tutto il mio corpo canta una lode di gioia e di ringraziamento al Signore.
Vivo e gioisco.

 
Sono in bagno per l’igiene personale e mi sono portata il vecchio stereo col cd preferito.
La pulizia è un’operazione complicata perché il mio catetere venoso centrale è di tipo esterno, non deve essere bagnato e ultimamente la pelle si è irritata per il contatto costante con le garze adesive.
Anche i capelli sono da accudire con cura: da quando ho cambiato il medicinale chemioterapico, sono ricresciuti sani e folti, arricciati come quand’ero bambina, solo di un bel grigio cenere. AL dice che sono bella ed ho deciso di lasciarli allungare.
Operazioni lunghe e laboriose ma la musica mi tiene allegra.
AL bussa alla porta, mi sento colta in fallo … forse il volume troppo alto, forse la mia foga eccessiva nel partecipare al canto.
Ma lui semplicemente mi sbircia dalla porta socchiusa, sorride ed il suo volto è pura felicità:
“Vuoi che ti aiuti ad asciugare i capelli?”
“Certo che sì!”
Tenerezza, complicità, commozione.
Vivo e gioisco.


SIGNORE, COSA VUOI CHE IO FACCIA?

 
Signore mio Dio
Prendi tutto di questo periodo
Io ti offro ogni cosa
E ti ringrazio per questa vita meravigliosa
Per la gioia e l’amore
Per i familiari e gli amici
Per chi mi ha curato
E per gli ammalati che ho incontrato

Signore mio Dio
La mia malattia è nelle tue mani
La mia vita e la mia morte sono nelle tue mani
Mantengo la consapevolezza della serietà del mio male
Ed insieme sperimento la pienezza di ogni soffio di vita
Aiutami, Signore, a fidarmi di te
Aiutami a restare nella tua pace

Signore mio Dio,
Mi sono preparata con serenità a morire
E tu mi hai tenuta per mano in questo cammino
Ora mi fai vivere ancora
Ed io risento la forza gioiosa della vita che pulsa
Come i germogli di primavera impazienti di sbocciare
Come la natura con i suoi ritmi
E le creature tutte della terra

Signore mio Dio
Mi stai donando un bonus di vita
Ed io ne sono felice, sì, ne sono felice
È naturale, Signore, perché tu, proprio tu
Hai intrecciato la trama del mio essere
Con l’istinto primario alla sopravvivenza
Con la voglia e l’entusiasmo e la passione di vivere

Signore mio Dio
Cosa vuoi che io faccia?
Come vuoi che usi questo tempo?
Spirito di Dio, aiutami a capire
Come posso esserti utile
Come posso usare l’esperienza della malattia
Per aiutare le persone che sono sul mio percorso

Signore mio Dio
Grazie per i talenti che mi hai donato
Sento che posso farne tante cose buone
Pur con i limiti che la malattia mi pone
Spirito di Dio, aiutami a capire
Quale è il tuo progetto su questa fase della mia vita
Ed a restare umile strumento nelle tue mani

Signore mio Dio
Io ti offro il mio cancro
E tu che sei l’Amore
Trasformalo in Amore

  
 

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