giovedì 31 ottobre 2013

Per credenti e non credenti - Preghiere e meditazioni

 TU SEI

Tu sei – prima, oltre, al di sopra
Delle leggi che regolano l’universo
Tu – in un punto misterioso dello spazio e del tempo
Hai compiuto un gesto di creazione
Tu sei più potente delle leggi che regolano l’universo

Tu sei il Dio di tutte le genti e di tutti i secoli
Il Dio degli uomini primitivi affascinati dal sole
Delle varie civiltà con i loro dei
Il Dio di tutte le religioni, di tutti i templi, di tutti i continenti
Della Bibbia e poi dei primi cristiani
Il Dio degli atei e degli agnostici
Con la loro incancellabile nostalgia di infinito

Tu sei il Dio del cosmo e della natura
Intelligenza creatrice, idea universale
Spirito della luce, potenza operosa di forze e leggi immutabili
Sei presente nella immensità dello spazio
Nella infinita piccolezza della materia
Nella bellezza delle cose che mi circondano

Tu sei il Dio dei buoni sentimenti
Il Dio del barlume di bene presente nel peggior delinquente
Il Dio dell’amore materno
Dell’istinto di sopravvivenza
Del desiderio di rinnovamento
Il Dio presente nella parte più profonda di me stessa
Il Dio che è la parte migliore di me stessa

Tu sei amore della vita, amore di me stessa, amore tra i fratelli

 

… E MI GUARDI RADIOSO

Mio Dio, tu sei il testimonio della mia coscienza 

Mio creatore, entra nel mio cuore, entra nella mia vita
Se io ti cerco, so che tu sei con me
Se io rientro in me stessa
Posso stare in cosciente compagnia con il mio creatore

Tu sei colui che dimora nel mio cuore
E  vi rimane a vegliare giorno e notte

Tu sei colui che rimane a vegliare nel mio cuore
Quando io sono nel sonno
Fuori nel mondo nessuno vede la tua luce
Che risplende nella notte

Tu sei colui che mi riporta alla luce al mattino
Quando apro gli occhi posso vedere che tu sei là
Che mi guardi radioso

Tu sei colui che cammina dentro l’anima
E sorridente guarda il mio cuore

(Preghiera liberamente tratta dagli scritti di Robindranath Tagore)

 

L’INFINITO AMORE
 
Signore, tu sei l’infinito amore
Sorgente di ogni vita, di ogni bellezza, di ogni bontà
Da te vengono ed a te tornano tutte le cose
Posa la tua mano sul mio capo, o Dio
Perché il caos ed il male che è in me non mi travolga

Signore, tu sei l’infinito amore
Dammi pace con te, o Dio
Pace con gli uomini
Pace con me stessa
E liberami dalla paura

Signore, tu sei l’infinito amore
O Signore, tu che sei al di sopra di me
Tu che sei anche in me
Tu che io non conosco ma a cui appartengo
Tu che io non comprendo ma che costruisci il mio destino
Fa’ ch’io segua fino in fondo
La via delle tue segnalazioni interiori
In amore e pazienza, in fedeltà e coraggio
In rettitudine ed umiltà, in quiete

Signore, tu sei l’infinito amore
Fa’ ch’io non disperi mai
Perché sono sotto la tua mano
Ed in te è ogni forza e speranza
Nelle tue mani, o Signore
Ogni ora ha senso e grazia
Ed elevatezza e pace e consistenza
 
Signore, tu sei l’infinito amore
Dammi sensi puri per vederti
Sensi umili per udirti
Sensi d’amore per servirti
Sensi di fede perché io dimori sempre in te
O Signore, tu che sei al disopra di me
Tu sei anche in me
Fa’ che ognuno ti veda anche in me

(Preghiera liberamente tratta dagli scritti di Dag Hammarskjöld)

 

PROPRIO TE

“Figlia mia
Non sei nata per caso
Ti pensavo, ti volevo – proprio te
Ti pensavo, ti volevo – proprio come sei
Ti ho tirata fuori dal nulla
Ti ho dato la consapevolezza di te stessa
Tu hai un senso, un’importanza
Tu hai valore per me
Conduco la tua vita, la reggo nelle mie mani”

Sì, Signore mio Dio
Tu mi hai scelta da tutta l’eternità
Mi hai vista come un essere unico, speciale, prezioso
Solo io posso essere me stessa
Solo io posso vivere la mia vita

Sì, Signore mio Dio
Tu mi proteggi
Mi benedici
Mi chiami la tua figlia diletta
Mi dici che vado bene come sono
 
Sì, Signore mio Dio
Anche l’altro è stato scelto
Anche l’altro ha un posto nel tuo cuore
Ogni persona ha bisogno di sicurezza
E benedire è la più significativa delle sicurezze

 

LA BENEDIZIONE

Nella comunità dell’Arca dove aveva deciso di vivere, dopo una vita passata nel mondo universitario, un giorno, il celebre padre Henri Nouwen fu avvicinato da una handicappata della comunità che gli chiese: “Henri, mi puoi benedire?”.
Padre Nouwen rispose alla richiesta in maniera automatica, tracciando con il pollice il segno della croce sulla fronte della ragazza. Invece di essere grata, lei protestò con veemenza: “No, questa non funziona. Voglio una vera benedizione!”.
Padre Nouwen si accorse di aver risposto in modo abitudinario e formalistico e disse: “Oh, scusami … ti darò una vera benedizione quando saremo tutti insieme per la funzione”.
Dopo la funzione, quando circa una trentina di persone erano sedute in cerchio sul pavimento, padre Nouwen disse: “Janet mi ha chiesto di darle una benedizione speciale. Lei sente di averne bisogno”.
La ragazza si alzò e andò verso il sacerdote, che indossava un lungo abito bianco con ampie maniche che coprivano sia le mani che le braccia.
Spontaneamente Janet lo abbracciò e pose la testa contro il suo petto.
Senza pensarci, padre Nouwen la avvolse con le sue maniche al punto di farla quasi sparire tra le pieghe del suo abito.
Mentre si tenevano stretti l’un l’altra, padre Nouwen disse: “Janet, voglio che tu sappia che sei l’Amata Figlia di Dio. Sei preziosa agli occhi di Dio. Il tuo bel sorriso, la tua gentilezza verso gli altri della comunità e tutte le cose buone che fai, ci mostrano che bella creatura tu sei. So che in questi giorni ti senti un po’ giù e che c’è della tristezza nel tuo cuore, ma voglio ricordarti chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente amata da Dio e da tutte le persone che sono qui con te”.
Janet alzò la testa e lo guardò; il suo largo sorriso dimostrò che aveva veramente sentito e ricevuto la benedizione.
Quando Janet tornò al suo posto tutti gli altri handicappati vollero ricevere la benedizione.
Anche uno degli assistenti, un giovane di ventiquattro anni, alzò la mano e disse: “E io?”.
“Certo”, rispose padre Nouwen. “Vieni”.
L’abbracciò e disse: “John, è così bello che tu sia qui. Tu sei l’Amato Figlio di Dio. La tua presenza è una gioia per tutti noi.
Quando le cose sono difficili e la vita è pesante, ricordati sempre che tu sei Amato di un amore infinito”.
Il giovane lo guardò con le lacrime agli occhi e disse: “Grazie, grazie molte”.

Quando le cose sono difficili e la vita è pesante, ricordati chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente amato da Dio e da tutte le persone che sono con te.

(H. J. Nouwen  raccontato da Editrice Elledici in "Ti regalo una storia – La benedizione")
 

IL SIGNORE TI BENEDICA

Il Signore sia davanti a te
per farti da guida
e mostrarti la retta via

Il Signore sia accanto a te
per stringerti tra le braccia
e proteggerti

Il Signore sia sotto di te
per afferrarti quando cadi
e tirarti fuori dalle trappole

Il Signore sia in te
per confortarti
quando sei triste
 
Il Signore sia intorno a te
per difenderti
quando il male ti si scaglia contro

Il Signore sia sopra di te
per salvarti
e per custodirti

E così ti benedica
Dio misericordioso

Amen

(Da un'agendina della Editrice Elledici) 

 

PREGHIERA PER I FAMILIARI 

Signore, ti prego per il mio familiare
Per la sua salute, il suo lavoro, la sua vita affettiva
Proteggilo dal male – dentro e fuori di sé
Allontana da lui la sofferenza
E quando sarà necessario che lui soffra
Concedigli conforto e grazia
Signore, io so che tu lo ami, abbi cura di lui
Amen


 
MEDITARE È APRIRE LA MENTE ALLA PACE 

Fissare la propria dimora al centro.
La prima cosa da fare, se si vuole compiere un cammino di crescita spirituale, è prendere possesso di sé, conoscere e riconoscere se stessi, portarsi al centro, dove ognuno di noi ha una casa interiore.
Lì, in quel centro spirituale, in quella casa interiore, troviamo la consapevolezza di noi stessi e di ciò che siamo, possiamo dialogare con noi stessi e ritrovare ciò in cui crediamo e che amiamo.
Ciascuno di noi si ritaglia dentro uno spazio, dove può incontrare se stesso, quando vuole e quando può. Questo centro spirituale è un mondo esclusivamente nostro, unico – un mondo che ci siamo costruiti lungo tutto il corso della vita e col materiale del nostro vissuto: ciò che ci ha fatto gioire e soffrire, ciò che abbiamo ricevuto o ci è stato negato, le presenze e le assenze, le parole che ci sono state dette e quelle che abbiamo atteso invano, tutto ciò che ci ha toccato e come ci ha toccato. Questo è uno spazio tranquillo, al riparo da tutto ciò che ci turba.
Qui ognuno può stare faccia a faccia con se stesso, senza maschere e senza paure di giudizio – ognuno può parlarsi e ascoltarsi, camminare avanti e indietro per i sentieri dell’anima.
Le decisioni importanti, le scelte coraggiose che cambiano la vita, avvengono nel silenzio e nella tranquillità di questo spazio spirituale.
Riposare nel proprio centro spirituale è come tornare a casa dopo le bufere della vita. Si ha la sensazione di avere la possibilità di unificare ed armonizzare la propria esistenza e di possedere il segreto di una pace profonda.

(Giuseppe Colombero – “Cammino di guarigione interiore”) 

 

PAROLE SEMPLICI PER MEDITARE
 
Credi in Dio
Pulisci la tua casa interiore
Ama gli altri

"Non temere – sono io
Non temere – è figlio mio
Non temere – sono con te”

Resa e Accettazione
Affidamento
Pace e Amore

Riconosco Dio come il Signore della mia vita
Mi affido, mi metto nelle sue mani, mi consegno a lui
Accetto la sua volontà nella pace

Signore aiutami
Mi riconosco come una tua creatura
E gli altri come miei fratelli

La consapevolezza
Dell’amore di Dio
Presente in me

 

LA PREGHIERA DELLA MIA CONVERSIONE 

Quando avevo circa quarant’anni, trascorsi un periodo di grande cambiamento che coinvolse tutti i campi della mia vita: ero affascinata dalle possibilità che intravedevo per il mio futuro ma ne ero anche  destabilizzata psicologicamente.
Fino a quel punto ero andata avanti, con il lavoro e la famiglia e le normali cose della vita, ma non ero cresciuta “dentro”: la mia emotività e la mia spiritualità erano rimaste quelle di una ragazzina.
Sperimentai episodi di intenso dolore emotivo e fu in quei momenti che mi arresi a Dio, mi inginocchiai ed ammisi di avere un disperato bisogno del suo aiuto. Furono i momenti più importanti della mia vita, una esperienza spirituale che mi trasformò.
La preghiera che segue è stata scritta in quei momenti. Ho continuato a pregarla nel tempo ed ormai è impressa in me in modo indelebile.


Signore, posa la tua mano sul mio capo
Perché il caos ed il male che è in me non mi travolga
Fa’ che io non disperi mai
Perché sono sotto la tua mano ed in te è ogni forza e speranza

Signore, tu sei già presente in me
Io ho solo da scendere nel mio cuore a raggiungerti
Se io ti cerco so che tu sei con me
Se io rientro in me stessa
Posso stare in cosciente compagnia con il mio creatore

Signore, ho una casa consacrata dentro di me
Una chiesa interiore
Dove posso ritirarmi in segreto
Ritrovare pace e serenità
Restare nella consolazione e nella benedizione

Signore, tu sei un abbraccio
Che circonda e accompagna il mio corpo,  luce, calore, energia 
Tu sei una presenza reale nel mio corpo
Il mio corpo è la tua casa, il tempio del tuo spirito

Signore, tu eri con me sempre
Resta con me, non mi lasciare, non mi abbandonare
Non permettere che io mi perda

Signore, tu mi conosci
Mi perdoni
Mi ami incondizionatamente
Non sei mai stanco o deluso di me

Signore, avvolgimi come un mantello
Nascondimi come un chador
Accoglimi come la grotta fresca del deserto
Portami come un piccolo nel marsupio della mamma,
come un cagnolino nella borsa di paglia della padroncina, 
Prendimi per mano, rassicurami, consolami
Nella solitudine e nella sofferenza portami in braccio

Signore, posso rilassarmi perché tu decidi gli eventi
della mia vita per me
Ti prendi cura, con rispetto, delle mie necessità
anche se non ne sono consapevole
Tuo è il compito di portare avanti la vita

Signore, tu sei l’infinito amore, gioia, bellezza, vita
Placa la mia nostalgia di te
Dammi l’amore, la gioia, la bellezza, la vita di cui ho bisogno

Signore, tu sei la calma, la pace, la serenità
Insegnami la gratitudine, la fiducia, la gioia
Signore in te riposa l’anima mia  

 

I SALMI DELLA PROTEZIONE
 
Signore, come scudo mi copre la tua benevolenza. Sal 5,13

Signore, proteggimi all’ombra delle tue ali. Sal 17,8

Mia roccia e fortezza, mia rupe in cui mi riparo
Signore, mio scudo e baluardo. Sal 18,3

Proteggimi, Signore, che al tuo riparo io non sia deluso. Sal 25,20

Signore, mi offri un luogo di rifugio
mi nascondi nel segreto della tua dimora. Sal 27,5

Signore, sii per me la rupe che mi accoglie
la cinta di riparo che mi salva. Sal 31,3

Tu mi nascondi al riparo del tuo volto
Signore, mi  metti al sicuro nella tua tenda. Sal 31,21

Signore, si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali. Sal 36,8

Dimorerò nella tua tenda per sempre. Sal 61,5

Signore, la forza della tua destra mi sostiene. Sal 63,9

Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno
Signore, eri tu il mio rifugio sicuro. Sal 71,6-7

Il Signore ti coprirà con le sue penne … troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. Sal 91,4-5

Il Signore dirà ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi,
sulle loro mani ti porteranno. Sal 91,11-12

Il Signore è il tuo custode,
è come ombra che ti copre e sta alla tua destra,
di giorno non ti colpirà il sole né la luna di notte,
il Signore ti proteggerà da ogni male,
proteggerà la tua vita,
veglierà su di te quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. Sal 121.5-8

Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato
in braccio a sua madre. Sal 131,2

Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Sal 139,5
 
 
 
LA FEDE DI UN'AGNOSTICA 
 
La mia amica Kathleen è una deliziosa anziana signora inglese, minuta, con dei bei capelli argentei. Vive col marito in campagna, circondata da animali.
Kathlen, da sempre agnostica, in gruppo con noi amiche, parlava di preghiera e di meditazione.
Ma come fa un’agnostica a pregare e meditare?
La sua spiegazione mi commosse e rimase impressa nel mio cuore.
Ecco il suo racconto.

“Trovammo dei gattini sul bordo della strada, dovevano avere pochi giorni ed erano visibilmente abbandonati a se stessi (chissà cosa era successo alla madre!): arruffati, sporchi, denutriti, macilenti – sarebbero andati incontro a morte sicura.
Con mio marito “fummo costretti” a raccoglierli e portarli subito dal veterinario che se ne prese cura: li visitò accuratamente e li vaccinò.
I mici erano disperati e non avevano più voce per il loro terrore: attrezzi e luci ed aghi negli occhi, negli orecchi e in ogni parte del loro corpo – dopo l’abbandono materno questa doveva essere una esperienza terribile.
Avrei voluto lasciarli tranquilli, sul caldo morbido delle mie ginocchia, accarezzandoli lievemente – ma “dovevo” permettere quella sofferenza, per la loro stessa sopravvivenza. Ci sarebbe stato tempo, dopo, tanto tempo, per dare loro sicurezza e tranquillità.
Questi umani che stavano tormentando i gattini, in realtà li stavano salvando e preparavano per loro un futuro felice. Ma non c’era alcun modo di spiegarlo a quegli esserini disperati, non c’era alcun modo.
Fu allora che pensai che, forse, anche per Dio è così: si sta prendendo cura di noi umani mentre noi non ci capiamo niente e ci arrabattiamo nella vita. Dio forse ci sta preparando un futuro di sicurezza ed amore ma non ha alcun modo di farcelo sapere. Noi dobbiamo solo fidarci, dobbiamo smettere di dibatterci nella sofferenza, lasciarci curare, lasciare che Qualcuno più potente e più amorevole di noi ci porti alla felicità. Fidarci dell’amore”.
 


UNA REGOLA DI VITA: LA PERSEVERANZA 

Dentro ogni essere umano c’è una spinta prepotente, irrefrenabile che porta ciascuno a realizzare e a mantenere ciò che ha in testa. Si tratta di una coerenza, a volte inconsapevole, che fa confluire le nostre energie lì, in quel punto, provocando piacere e soddisfazione se ci stiamo avvicinando all’obiettivo.
Ognuno di noi ha potuto sperimentare questo, almeno qualche volta nella sua vita. Ci siamo concentrati su una cosa, l’abbiamo pensata tanto, l’abbiamo vista quando non c’era e magicamente l’abbiamo concretizzata. E se abbiamo continuato a coltivarla si è persino mantenuta nel tempo. Non è magia: si tratta di un’energia naturale, di una coerenza che hanno tutti gli esseri umani.
Il problema allora non sta nel come imparare la fedeltà, sta nel fare molta attenzione a chi e a che cosa noi dedichiamo le nostre attenzioni.
Noi possiamo avere un ideale, magari un grande ideale, ma se durante le giornate gran parte del nostro pensiero è indirizzato ad altro, le nostre energie tenderanno a quell’altro. Un ideale non è un distintivo, non è qualcosa che sappiamo e mettiamo lì, non è qualcosa che possiamo prendere dagli altri. Un ideale è come un chiodo fisso, un pensiero coltivato nel tempo, più attraente di qualsiasi altra idea.
Restiamo attaccati a ciò a cui dedichiamo più pensiero, più attenzione, più tempo. La coerenza e la fedeltà entrano in gioco, inesorabili. Diventa davvero parte di noi, crescendo e radicandosi, soltanto ciò che scegliamo e pratichiamo giorno dopo giorno. Noi esseri umani diventiamo ciò che ripetiamo più spesso, ciò che custodiamo e coltiviamo nel nostro cuore.
Dedichiamoci quindi a ciò per cui valga la pena di vivere, anche se ci appare lontano, anche se le circostanze non sono favorevoli, anche se non potrà piacere a tutti. L’ideale sarà nostro, se solo avremo la costanza di indirizzare ad esso pensieri ed attenzioni ed energie, giorno dopo giorno.
 
(Dagli articoli di Pier Luigi Ricci sui giornali della Fraternità di Romena nr 1/2007 e nr 3/2011)

 
 

Nessun commento:

Posta un commento